“Se potessi aggiungere cinquant’anni alla mia vita li dedicherei allo studio del I Ching
così eviterei di commetttere grandi errori”Confucio, Analettici (VII,xvi)

La numerazione binaria alla base del funzionamento dei computers, non è uno strumento di calcolo inventato da Leibniz, il grande matematico che descrisse questo sistema numerico nel suo Trattato De Progressione Dyadica pubblicato nel 1679, bensì un metodo già usato e conosciuto dai cinesi e alla base del libro oracolare l’I Ching (o I King secondo un’altra grafia), un testo che risale a più di 4.000 anni fa e che Leibniz, che all’epoca era bibliotecario, scoprì attraverso la sua fitta corrispondenza con un gesuita missionario in Cina, Padre Bouvet.
Gli esagrammi descritti dal libro, detto anche ORACOLO DELLE MUTAZIONI, riflettono le “mutazioni” che avvengono costantemente in tutti i piani dell’universo, trasferendole al piano attuale della sincronicità. La parola cinese Suan significa calcolo però anche rivelazione divina. Il libro viene concepito come strumento per gettare luce sul mondo nascosto dentro le apparenze e riporta alcuni suggerimenti descrittivi e normativi distillati dalla saggezza più matura della conoscenza in cui confluiscono elementi del Taoismo e del Confucianesimo. Non si tratta di una moda New Age, come molti credono, ma di un testo prezioso e complesso che è stato consultato e studiato durante secoli dalle menti filosofiche e scientifiche più brillanti. Leibniz stesso ne rimane profondamente affascinato. C. G. Jung lo conservò fino all’ultimo come livre de chevet.
Ho scelto questo oggetto perché mi ha accompagnato sempre, fin dai tempi dell’università, nella versione classica di Richard Wilhelm con la prefazione di Jung. Quando mi sentivo angosciata dalla densità delle mie ricerche, senza più interlocutori da annoiare, lo consultavo. Senza i suoi preziosi consigli non mi sarei mai laureata. Ancora oggi quando voglio capire meglio una situazione complessa lancio le monetine e rifletto attentamente sul responso.

Il libro delle metamorfosi – Claudia Bonollo




